domenica 15 ottobre 2023

FINO A QUANDO QUESTE PAROLE RIMARRANNO INASCOLTATE?

 FINO A QUANDO QUESTE PAROLE RIMARRANNO INASCOLTATE?



È un fatto scientificamente dimostrato che lo gnosticismo è alla base di tutte le tradizioni spirituali del pianeta. Secondo la filosofia gnostica, siamo tutti coscienze, scintille divine, parte di Esseri individuali supercoscienti, distinti, ma, allo stesso tempo, facenti parte di un unico Essere cosmico e universale chiamato Assoluto o Padre Cosmico Comune.
L'unità rappresenta la vera essenza di una realtà che è solo apparentemente molteplice.
Sebbene ciascuno di noi sia un Essere divino, spesso non ne siamo consapevoli.
Lo scopo profondo dell'esistenza consisterebbe nel riacquisire la consapevolezza della nostra vera natura e della nostra realtà. Tutti i grandi maestri spirituali della storia ci hanno insegnato la via per ritornare al nostro Padre/Madre interiore, al nostro Essere.
Questo Essere, nel corso dei millenni, è stato chiamato con vari nomi come Cristo, Buddha, Krishna, Atman, eccetera. Il grande Maestro Gesù divenne consapevole del suo Cristo interiore, venendo così chiamato Gesù Cristo, mentre il Maestro Siddhārtha Gautama, dopo il suo risveglio, fu chiamato Buddha, e così via.
Questa realtà supercosciente e meravigliosa opera segretamente per risvegliare suo figlio, la coscienza, affinché, risvegliandolo, anche Lui possa perfezionarsi, godendo di maggiore libertà, felicità, eccetera.
E cosa accade quando il figlio non risveglia se stesso? Quando vive senza fare la volontà del padre/madre interiore che dimora segretamente in lui?
Accade che quell'anima o coscienza uccide o ferisce a morte il suo Cristo interiore; si comporta come un figlio ingrato che non onora il padre e la madre, e il suo destino sarà inevitabilmente segnato da questa follia.
Sì, perché uccidere il proprio Cristo interiore è pura follia.
Significa vivere senza punti di riferimento etici che ci guidano, significa vivere allo sbando e, prima o poi, finire in disgrazia.
Non percependo l'unità assoluta che ci caratterizza, ci sentiamo separati da tutto, minacciati, soli e in una perenne competizione con gli altri Esseri, sviluppando così una falsa identità chiamata ego.
L'ego, o diavolo, che etimologicamente significa colui che divide, non solo separa l'intera umanità, ma frammenta anche noi stessi, rendendoci contraddittori, incoerenti ed infelici. Questa divisione, inevitabilmente guidata dalla sua cecità inconscia, porta all'autodistruzione.
L'intera società è lo specchio di questa realtà interiore. Continuando a ferire e uccidere il nostro Cristo, Buddha, Atman interiore, causeremo un dolore che inevitabilmente si ripercuoterà nelle nostre vite, subendo in modo 'karmico' le sue conseguenze.
Ricordiamo l'insegnamento chiaramente gnostico di Gesù, quando ribadì il più grande comandamento in Lc 10,25-28: 'Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai»
Riscoprendo l'Essere intimo, ossia noi stessi, ed entrando in contatto con Lui, riusciremo veramente ad amare il nostro prossimo senza ipocrisie.
Fino a quando le parole del maestro Gesù rimarranno inascoltate?



domenica 8 ottobre 2023

 UNA CORSA AD OSTACOLI

Cosa significa essere gnostico?

Lo gnostico è colui che cerca la verità, che si pone domande sulla propria esistenza e che solitamente nasce o si ritrova fin dai primi anni di vita con un senso di disagio e di inadeguatezza, sentendosi stretto nei panni del personaggio che interpreta all’interno di una società che lo vuole omologato a certi dettami imposti che non rispecchiano i suoi valori intimi.

Pertanto, sente di condurre una vita non sua, costretto ad aderire a schemi mentali, concetti, comportamenti, modi di pensare che gli risultano estranei alla sua natura interiore.

Da questo stato emotivo a tratti confusionario, nella "selva aspra e forte" della propria interiorità, egli avverte impellentemente la necessità di ritrovare la strada di casa, testando i diversi sentieri che intersecano il suo proprio cammino.

Ma molti sono chiamati e pochi gli eletti (Mt. 22,14); il cammino è come uno sport ad ostacoli, con tanti partecipanti, ma pochi taglieranno il traguardo. Molti cadranno durante il percorso, rimandando o addirittura precludendo la propria realizzazione.

Perché il cammino può essere paragonato ad una corsa ad ostacoli? La risposta risiede nel fatto che molti non riescono a superare le difficoltà. La prima sfida consiste nel trovare un insegnamento che fornisca gli strumenti necessari per completare il percorso. Successivamente, è essenziale accettare e mettere in pratica questi strumenti, anche se spesso non corrispondono alle nostre aspettative.

Non dimentichiamo le parole del grande Maestro e iniziato Gesù Cristo: "Chi vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la croce e mi segua!".

Rinnegare significa forse morire nell'ego? Svuotarsi dei propri attaccamenti o desideri (kenosis), affinché la vera natura dell'Essere possa emergere spontaneamente? Richiama il concetto della Vacuità così caro ai buddhisti?

Ma perché il Cristo ci invita a negare noi stessi?

Perché non può esserci vero amore, che è sacrificio disinteressato, senza negare se stessi!

Il vero gnostico è pronto a negare la propria natura egoica, ad incrociare le due linee della vita per ristabilire l'armonia tra spirito e materia, e a seguire il proprio Cristo, Atman, Buddha Intimo, qualunque sia il prezzo. In questo cammino, riscopre la vera libertà autentica, liberandosi delle maschere e spezzando le catene dell'individualismo soggettivo.




sabato 7 ottobre 2023

 CORSO PRATICO DI ESOTERICO GNOSTICO


Se stai cercando un percorso illuminante sull'esoterismo, la tradizione ermetica e lo gnosticismo universale, l'Accademia Gnostica S.A.W. di Genova presenta un corso completo, esaustivo ed avanzato, sia dal punto di vista della teoria che della pratica.
Attenzione! In queste discipline è comune imbattersi in individui poco seri, improvvisati, pseudo maestri, i quali, anziché mettersi al servizio dell'umanità in maniera disinteressata, propongono una versione alterata della tradizione esoterica e spirituale filtrata dalla lente dell'ego, accogliendo le informazioni che gli sono congeniali e scartando quelle sgradite.
Evitiamo anche di menzionare i corsi dai costi proibitivi che promettono risultati in un solo fine settimana e con tecniche semplicistiche.
Riconoscere e scegliere con saggezza i propri punti di riferimento è fondamentale quando si esplorano queste vie. Noi, dell'Accademia Gnostica S.A.W. ci impegniamo a offrire una guida sincera ed autentica attraverso un percorso di studio serio, basato sulla tradizione gnostica, ermetica ed esoterica millenaria. La nostra missione è quella di preservare l'essenza pura di questi insegnamenti e di condividere questa conoscenza con chi è sinceramente interessato.
L'obiettivo unico della tradizione esoterica, ermetica, alchemica e gnostica è disintegrare gli aggregati psichici o aspetti egoici che abbiamo dentro, a vantaggio della nostra vera identità dell'Essere Intimo. Attraverso questo processo sperimentiamo stati di coscienza superiori aprendoci alle realtà trascendenti dello Spirito.
Lo gnosticismo autentico è innanzitutto pratico e non richiede aderenza a credenze specifiche, né si perde in intricate teorie mentali. Non impone precetti morali da seguire, ma apre la strada a un contatto diretto, profondo e gratificante con la realtà spirituale, con l'obiettivo di risvegliare la propria coscienza.
Ti invitiamo a esplorare il programma completo del nostro corso cliccando su questo link:
Il corso inizierà martedì 10 ottobre alle ore 20:00.
Affrettati! Prenotando ora, avrai l'opportunità di partecipare gratuitamente ai primi due incontri del corso. Questa è un'occasione unica per farti un'idea concreta e valutare se il percorso risponde alle tue necessità e interessi.
Non esitare a contattarci per ulteriori informazioni e per scoprire come potremmo accompagnarti nel tuo viaggio di scoperta e crescita spirituale.
Email: gnosigenova@gmail.com
Cell.: 3391839504
A presto.
Davide e Silvia

domenica 1 ottobre 2023

 Esiste l'Inferno? Un'Indagine sulla Realtà dietro al Mito


Che cos'è l'inferno? Esiste davvero? È un luogo dove vengono punite le anime? Dobbiamo essere buoni per evitarlo?

 

L'inferno è un concetto "ubiquitario", presente in molte tradizioni. Come tanti altri concetti della tradizione spirituale millenaria dei popoli antichi è spesso oggetto di scarsa comprensione e di scherno da parte dei cosiddetti “realisti”, i quali credono solo a ciò che possono percepire attraverso i loro sensi.

 

Come possiamo conoscere l'esistenza dell'inferno, evitando speculazioni filosofiche e senza perdersi nei labirinti della mente che non portano da nessuna parte, contribuendo solo ad alimentare confusione e dubbi?

Lo gnosticismo contemporaneo ci insegna che la semplice auto-osservazione del proprio “paese psicologico” toglierebbe ogni dubbio sull'esistenza o meno dell'inferno, così come del paradiso.

 

L'inferno veniva chiamato in vari modi nelle diverse tradizioni: gli antichi greci e romani lo chiamavano Ade o Averno, gli antichi egizi lo chiamavano Amenti, i norreni Hel, i cinesi Diyu, gli induisti e i buddhisti Naraka, ecc.

Tutte queste tradizioni concordano nel considerare l'inferno come un luogo situato al di sotto, sotterraneo e inferiore, come indicato dall'etimologia della parola inferno (Infernus = situato al di sotto). È un luogo oscuro in cui non si vede e non si percepisce nulla, come evidenziato nel termine Ade (A = privativo e ἰδ = vedere), dove le anime sono prigioniere (Diyu = prigione terrestre) e soffrono terribilmente (Tartaro = dal greco ταράσσω = sconvolgo, turbo, ecc.).

Se, praticamente, tutte le culture si sono espresse sull'esistenza dell'inferno, ci sarà un motivo.

Ma cerchiamo di superare l'allegoria, la metafora e il mito per comprendere a fondo cos'è l'inferno e se effettivamente esista, utilizzando il metodo scientifico dell'osservazione oggettiva della realtà insegnatoci dallo gnosticismo contemporaneo.

 

Le religioni ci hanno descritto l'inferno come un luogo terribile, oscuro, spaventoso e pericoloso, un luogo di punizione da evitare ad ogni costo, in cui le anime soffrono torture indicibili inflitte da vari demoni. Vengono così immaginate condizioni estreme, in cui questi dannati, immersi nel fuoco o congelati tra i ghiacci, sono sottoposti a prove dolorosissime.  

Di conseguenza, il credente zelante si impegna con la speranza di non trovarsi, dopo la morte, in quel luogo di perdizione.


Auto-osservandoci, ci rendiamo conto che l'inferno non è solo un concetto astratto, ma una realtà presente sia dentro di noi che attorno a noi.

È una condizione di sofferenza interiore scaturita da una molteplicità di emozioni, pensieri, volontà, concetti, schemi e abitudini comportamentali errati, causando danni significativi a noi stessi e alla comunità.

 

Questi aspetti psicologici inferiori, oscuri e inconsci che ci limitano e ci fanno soffrire, trovano origine nell'ego, una falsa coscienza di noi stessi. Quest'illusione ci fa percepire come atomi separati dal tutto, vivendo in una costante paura di non riuscire a sopravvivere. Ci spinge in una lotta continua per la sopravvivenza, mettendoci in competizione tra di noi e mantenendoci costantemente sulla difensiva.

 

Questa percezione distorta di sé e del mondo è stata simbolicamente rappresentata nelle tradizioni spirituali con l’immagine dell'inferno. I vari demoni che infliggono sofferenze sovrumane alle anime sono, in realtà, i nostri ego, a cui spesso non vogliamo rinunciare e che difendiamo con fermezza, senza metterli in discussione e aggrappandoci ad essi con tenacia.


Quindi, potremmo affermare che siamo già nell'inferno a causa delle nostre percezioni distorte e degli ego che ci limitano, mantenendoci nell'ignoranza. Il vero dilemma non è tanto evitarlo, ma piuttosto come uscirne e liberarsi da quei modelli mentali, abitudini e percezioni che ci tengono imprigionati in uno stato di sofferenza.

La ricerca della crescita personale, consapevolezza e trasformazione diventa quindi fondamentale per liberarci da questa condizione. Un insegnamento che risuona già nei detti di Platone, pronunciati circa duemilacinquecento anni fa con il suo mito della caverna.

 

Cosa succede dopo la morte fisica se il mio stato infernale interiore non è stato precedentemente dissolto con un lavoro interiore?

Anche qui, non è necessario speculare o filosofeggiare; basta osservare cosa succede tutte le notti durante i sogni.


Ricordiamo i sogni al momento del risveglio? Come sono i nostri sogni? Siamo coscienti durante i sogni? Facciamo cose senza senso? Abbiamo incubi? Sono confusi, oscuri, oppure luminosi, pieni di significato e di conoscenze nascoste? Incontriamo Maestri che ci istruiscono? Abbiamo esperienze straordinarie che ci riempiono di gioia e danno un senso maggiore alla nostra vita?

 

Cosa c'entrano i sogni con l'aldilà? Molte tradizioni spirituali, come il buddhismo tibetano, insegnano che il processo di addormentamento è simile al processo della morte e che la dimensione dei sogni è analoga a quella delle anime disincarnate.

 

Pertanto, l'incoscienza che sperimentiamo durante lo stato di veglia e durante i nostri sogni a causa dell'io continuerà ad esistere anche dopo la morte. Se risvegliamo la nostra coscienza ora, essa sarà sveglia anche nei sogni e nell'aldilà.


Il paradiso e l’inferno sono stati interiori che dipendono solo ed esclusivamente da quanto è sveglia o meno la nostra coscienza, e non hanno niente a che vedere con i concetti religiosi moralistici che sono solo frutto di una cattiva interpretazione della realtà.

 

Visto l'inferno da questa prospettiva, spetta a ciascuno di noi decidere se continuare a tenere la testa sotto la sabbia o intraprendere un'azione ora per ritrovare la luce.

Per informazioni sui corsi: gnosigenova@gmail.com


 

mercoledì 6 settembre 2023

 

IL VERO SCOPO DI UN CAMMINO SPIRITUALE

Aneliamo affrontare un tema vasto e complesso che non possiamo, né vogliamo, risolvere con un semplice post sui social network. Tuttavia, sfruttiamo Internet per seminare alcuni concetti, e saremo lieti se qualcuno vorrà coglierli e magari farli crescere dentro di sé.
È importante sottolineare che il cammino spirituale non ha come scopo principale rendere le persone più buone, gentili, solari, tutte “cuori, sorrisi e abbracci”, il vero obiettivo di un percorso spirituale è: RISVEGLIARE LA COSCIENZA.
Associare il cammino spirituale al proposito di migliorarsi come persona è un retaggio di una cultura religiosa predominante, in particolare cattolica, ma non solo, che spesso devia dall'obiettivo principale.
Che cosa significa risvegliare la Coscienza?
Significa riconoscere la realtà autentica, aprirsi alla verità e distaccarsi dalla falsa realtà illusoria, nota agli induisti come "maia".
Quindi, chi siamo veramente? Qual è la vera realtà?
Le grandi tradizioni spirituali da millenni ci hanno fornito risposte a queste domande, ma l'umanità continua a dare importanza principalmente ai bisogni legati alla sopravvivenza fisica, accecata dalla falsa realtà, riducendo di conseguenza la propria Coscienza o la consapevolezza della vera realtà.
Queste grandi tradizioni ci insegnano che siamo Coscienze, Essenze divine, Esseri che fanno parte di un tutto divino onnicomprensivo chiamato Assoluto, che nell'induismo è chiamato Brahman, nel cristianesimo è Cristo, mentre nel buddhismo è noto come Ādibuddha.
La consapevolezza della nostra natura divina INEVITABILMENTE porta allo sviluppo di virtù e facoltà, ma queste non sono la priorità nel percorso, sono solo un "effetto collaterale" secondario, comunque importante ed auspicabile.
Per quanto riguarda la “falsa realtà”, che cosa intendiamo? Tutto ciò che non è Coscienza, Essere ed Assoluto.
Il nostro corpo fisico, ad esempio, non rappresenta la vera realtà, così come non siamo Davide, Silvia, Luigi, Monica, eccetera.
Non siamo nemmeno la nostra falsa personalità (il carattere che abbiamo sviluppato grazie all’educazione ricevuta) o i ruoli che occupiamo nella società: non siamo figli, genitori, mariti, mogli, single, operai, ingegneri, disoccupati, eccetera.
Quindi i vari concetti legati alla famiglia, al lavoro, alla casa, alla salute e così via risultano distorti quando sono visti attraverso la lente dell'ego, il quale rappresenta una psiche erronea che non rispecchia la vera psicologia dell'Essere.
L'ego in noi ha origine proprio a causa dell'identificazione con la falsa realtà fisica dando vita ad attaccamenti, desideri, paure, etc.
È importante notare che la vita di ciascuno di noi è simile ad un film, come illustrato nel mito della caverna di Platone, già completato, ma che scorre attraverso il tempo e lo spazio, creando l'illusione che sia ancora in corso. Allo stesso tempo, questa proiezione della nostra vita è modificabile grazie alle azioni che compiamo nell'istante presente, nonostante sia stata creata in precedenza, proprio come qualsiasi film che possiamo vedere in televisione o al cinema.
Un autentico percorso spirituale ci fornisce gli strumenti per distaccarci dalla “pellicola” della nostra vita, da “maia”, “matrix”, e così via. Ci permette di identificarci con la nostra parte più autentica e profonda, al fine di ritrovare la vera libertà e felicità, sciogliendo le catene dell'ego che spesso ci causano sofferenza e ci costringono a vivere una vita non nostra ma condizionata da circostanze e forze esteriori a noi; inoltre, ci aiuta a sviluppare appieno il nostro potenziale animico e spirituale in modo sano ed equilibrato.
Per informazioni dettagliate sul corso, che inizierà all’inizio di Ottobre, non esitare a contattare la nostra Accademia di meditazione gnostica Samael Genova.
Email: gnosigenova@gmail.com
Cell.: 3391839504

domenica 3 settembre 2023

 SUL PERICOLO DI UNA "SPIRITUALITA' EGOICA"

Perché a volte si ha la sensazione che le persone peggiori siano proprio coloro che frequentano le scuole spiritualiste di ogni genere o che siano affiliate a una qualche corrente religiosa?
Invece, coloro che si definiscono atei o che, pur avendo una qualche fede religiosa, non praticano alcun tipo di esercizio spirituale, sembrano talvolta avere un comportamento più equilibrato e virtuoso.
Non vogliamo offendere nessuno, ma desideriamo solamente esprimere alcune riflessioni per comprendere meglio noi stessi e la realtà che ci circonda.
Potremmo aver avuto questa percezione proprio osservando il nostro modo di agire, che non sempre è in linea con i codici etici dei percorsi spirituali che abbiamo scelto di intraprendere.
Per riassumere, spesso accade che anziché migliorare, sembriamo peggiorare nonostante gli sforzi e la pratica quotidiana.
Purtroppo, ciò è normale quando cerchiamo di fare un cammino con l'ego; è normale quando l'io vuole essere spirituale, buono, generoso, saggio o vuole risvegliarsi e sviluppare poteri e facoltà, ecc.
All'inizio di ogni percorso, tendiamo ad avvicinarci alla spiritualità con un approccio egoico perché siamo abituati a pensare, "sentire" e agire secondo gli schemi comportamentali dell’ego;
di conseguenza, vediamo e viviamo il cammino spirituale dal punto di vista dell'ego.
Ma questo è paradossale perché l'obiettivo di tutti i percorsi spirituali autentici è proprio quello di dissolvere l'ego separatista per entrare in uno stato interiore di unità con il tutto.
Pertanto, i risultati sono spesso alquanto disastrosi, poiché l'io non può fare un cammino, l'io non può essere veramente virtuoso, può solo apparirlo.
Ad esempio, quando facciamo del bene o cerchiamo di essere buoni con qualcuno, lo facciamo sempre per un tornaconto personale, che non è necessariamente venale, ma è motivato da un bisogno di attenzione, da vanità, da un desiderio di preservare la nostra immagine o perché ci sentiamo obbligati da circostanze dalle quali non possiamo tirarci indietro, ecc.
L'io ha la caratteristica di agire sempre e solo per un interesse personale; fateci caso...
è importante notare che anche quando fa o sceglie di intraprendere un cammino spirituale, lo fa per un tornaconto personale, che può essere il miglioramento del benessere fisico e psicologico, l'accumulo di ricchezze, l'aumento della fama, l'incremento dello stato sociale o semplicemente il desiderio di dimostrare di essere saggio e virtuoso ecc.
Ma perché, facendo un percorso attraverso l'io, si diventa peggiori di prima? Perché quando l'io non ottiene ciò che desidera si incattivisce, facendo crescere la frustrazione, il disprezzo, la rabbia verso sé stessi e gli altri.
Inoltre, l'io tende a volere che gli altri cambino, che la società cambi, e nonostante voglia cambiare se stesso, si aspetta che gli altri facciano il cambiamento, che il mondo diventi migliore, ecc. Quindi giustifichiamo la nostra ira e i nostri rancori sentendoci vittime in un mondo degenerato.
L'io non comprende che il mondo cambia nel momento in cui l'individuo cambia, e ritroveremo l'autentica felicità solo quando avremo modificato il nostro modo di percepire noi stessi e il mondo che ci circonda.
Pertanto, stiamo attenti, bisogna essere sinceri con noi stessi: scegliamo il cammino giusto, autentico e, soprattutto, facciamo attenzione a non cadere nell'errore di vivere una spiritualità egoica.
Per ulteriori informazioni sui nostri corsi, potete contattare l'Accademia Gnostica S.A.W. di Genova (un'associazione senza scopo di lucro).
Email: gnosigenova@gmail.com
Cell.: 3391839504
Davide e Silvia